Efficacia energetica e prestazioni nei frigoriferi professionali: l'impatto sulla sostenibilità ambientale e sui costi operativi
Il concetto di conservazione degli alimenti è antico; con esso l’uomo, da sempre, si prefigge lo scopo di preservare le proprietà intrinseche degli alimenti permettendone l’utilizzo dilazionato nel tempo. Nell’era moderna questo compito viene svolto dai frigoriferi professionali, 365 giorni all’anno, 24 ore su 24, andando così ad incidere di circa il 40% sui consumi di una cucina professionale.
Proprio per questo motivo appare opportuno scegliere sempre apparecchiature di qualità, in grado di garantire una temperatura costante e uniforme, riducendo al minimo l’impiego di energia a beneficio dei consumi e dell’ambiente.
Con questo intento l’etichetta recante la classe energetica per i frigoriferi professionali è stata resa obbligatoria per legge dal 1 luglio 2016. La normativa che prevede l’etichetta energetica nelle attrezzature per la ristorazione è di origine europea (Regolamento 2015/1094/Ue) e sostituisce in Italia il regolamento del Ceced (Associazione Nazionale Produttori di Apparecchi Elettrodomestici e Professionali), di iniziativa privata, che riuniva alcuni produttori e aveva classi numeriche; segno di una elevata attenzione al problema, della competitività e del livello tecnologico dei produttori italiani, considerati i n° 1 al mondo.
L’etichetta energetica degli apparecchi di refrigerazione professionale hanno un formato praticamente simile a quello delle etichette usate per evidenziare il consumo delle apparecchiature domestiche. In essa troveremo la classificazione energetica da A (originariamente) a G, il consumo energetico in kWh/anno, la capacità netta in litri, la classe climatica (insieme alla temperatura a bulbo secco (in °C) e all’umidità relativa (in %). Sono escluse dall’obbligo di etichetta energetica le apparecchiature a refrigerazione statica, i combinati, i congelatori orizzontali e le apparecchiature a display per la promozione della vendita degli alimenti.
